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Hambagu: l'hamburger giapponese


Ohayo amici del Giappone, e bentornati sul mio blog!

Qualche giorno fa, afflitta da estenuanti esami universitari e dal caldo soffocante, sentivo particolarmente la necessità di gustare qualcosa di buono. Ma semplice. Davvero, troppo caldo per passare il tempo davanti ai fornelli. Pensando e ripensando a cosa poter cucinare, mi è venuto in mente che non avevo mai preparato a casa l'hamburger alla giapponese, o meglio conosciuto in Giappone come hambagu

Ancora una volta si parla di yoshoku, quel magico connubio di tradizione culinaria nipponica e occidentale (vi lascio qui un articolo passato per rinfrescare un po' la memoria). Questo hamburger è amatissimo dai giapponesi, che son soliti servirlo accomapgnato dal una salsina dolce e dall'immancabile ciotolona di riso, la carne risulta morbidissima e al palato è sorprendentemente gustosa, un delicato ma inconfondibile profumo di Giappone! Vi propongo qui una versione semplice semplice, ho voluto aggiungere alla carne degli shitake e vi assicuro che vi rallegrerà la giornata, con la pamcia piena si affronta tutto con più positività! 😉

Ingredienti per 2 persone:
  • 200 g di macinato di bovino (oppure misto bovino/suino)
  • una cipolla piccolina
  • 1 uovo
  • 2 cucchiai di panko
  • 2 funghi shitake reidratati
  • 1 cucchiaio di sake
  • 1 cucchiaio di olio di semi
  • sale e pepe q.b.
Per la salsina:
  • 4 cucchiai di salsa di soia
  • 2 cucchiai di mirin
  • 2 cucchiai di sake
  • 1 cucchiaio di zucchero di canna
  • 3 cucchiai di acqua
Per accompagnare:
  • shiro gohan

Procedimento:
Prima di tutto ricordatevi di reidratare gli shitake in acqua tiepida, io solitamente li lascio in ammollo per mezza giornata, e ogni tanto vado cambiando l'acqua. Se il tempo a vostra disposizione stringe, un oretta andrà già bene.
Una volta reidratati i funghi procedete con la ricetta.
Iniziate con il tritare finemente la cipolla e con il tagliare a pezzettini molto piccoli i funghi shitake.
In una ciotola ponete il tritato e aggiungetevi la cipolla triturata e i funghi, 2 cucchiai rasi di panko, l'olio, il sake, aggiustate di sale e pepe e impastate con le mani per uniformare il tutto. Sempre aiutandovi con le mani, date forma ai vostri hamburger e tenete da parte.
Prepariamo adesso la salsina in cui cuoceranno i nostri hambagu. In una ciotolina unite salsa di soia, sake, mirin, acqua e zucchero, mescolate in modo che lo zucchero si sciolga e tenete da parte.
Adesso prendete una padella e fatevi scaldare un filo d'olio di semi, poi fativi rosolare gli hamburger, basteranno pochi minuti per lato in modo che durante la cottura l'interno rimanga morbido e succoso. Versate ora all'interno della pentola la salsina e fate cuocere a fuoco moderato per circa 10-12 minuti. Gli hamburger adesso sono pronti, toglieteli dalla padella e fate cuocere il sughetto per altri 2-3 minuti in modo che si restringa un po', il gusto sarà così molto più deciso.
Servite il vostro hambagu caldo caldo irrorandolo con la salsina e acompagnate con una sempre gradita ciotola di shiro gohan (qui la ricetta per chi se la fosse persa).

Itadakimasu!



Il tocco in più...
L'hambagu è un piatto che molto spesso capita di vedere negli anime, e infatti proprio poco tempo fa mi capitò di vederlo nel nuovo adattamento anime dello shojo manga Fruit Basket (non conoscevo ancora questo manga e mi domando perchè, adorabile! Guardatelo!). Qui Kagura Shoma, il cinghiale dello zodiaco cinese, ne prepara uno a Kyo, ricco di ricordi d'infanzia: infatti serve l'hambagu con sopra un uovo all'occhio di bue. Mica male come idea! Certo, magari non proprio l'ideale per il periodo estivo, meglio aspettare temperature più fredde...
Anche per oggi è tutto, appuntamento alla prossima!

Sayonara  😘

Recensione libro: La città incantata al di là delle nebbie di Sachiko Kashiwaba


Konnichiwa amici del Giappone e bentornati sul mio blog!

Se vi chiedessi "che profumo ha per voi l'estate?", cosa rispondereste? 
Io non avrei dubbi, vi direi profumo di libri! Quando ero piccola estate voleva dire libri! Vivevo proprio di fronte alla biblioteca comunale e amavo gironzolare tra quegli scaffali alla ricerca di nuovi libri. Quel profumo inconfondibile di carta, inchiostro e polvere ha un che di proustiano per me, ancora oggi è l'odore che più adoro e che immancabilmente riaccende i miei ricordi.

E se ancora mi chiedeste "che libro è l'estate?", io vi risponderei: un libro di narrativa per ragazzi. Seplice. Mio papà me ne regalava tantissimi, all'epoca andavano molto quelli del Battello a vapore, io li amavo! Erano racconti semplici, ma agli occhi della me bambini apparivano come meravigliose avventure. Ancora oggi la narrativa per ragazzi racchiude un fascino inestimabile!

Mi sono lasciata un po' trasportare dalla nostalgia, ma a mia discolpa devo dire che  La città incantata al di là delle nebbie è di Sachiko Kashiwaba è il libro perfetto per tornare un po' bambini in questo afoso pomeriggio di inizio estate. Gli ingienti indispensabili per una magica avventura ci sono tutti, e Hayao Miyazaki ne sa qualcosa, visto che da questo racconto trasse ispirazione per la sua Città Incantata!
In tutta sincerità quando acquistai questo libro ero soprattutto atteatta dall'idea di rivivere le emozioni provate con il film, di ritrovare quei personaggi che tanto avevo amato. Ebbene, già dal primo rigo rimasi sorpresa. Poco ha a che vedere con il film Ghibli, ma superato il primo momento di stupore questo è uno dei motivi che me lo hanno fatto apprezzare di più. L'ambinetazione è diversa, i personaggi sono diversi, la trama è diversa, ma con tutto ciò, proseguendo nella lettura, saltano subito all'occhio particolari che richiamano alla mente il film, e la voglia di scoprirne altri ti spinge a leggere ancora una pagina, ancora un'altra pagina...e improvvisamente il libro è finito, e rimane quel soffuso senso di meraviglia e nostalgia che caratterizza la fine di un'avventura.

Vorrei non svelarvi troppo, quindi non scenderò nei dettagli ma posso dirvi che come è consuetudine della narrativa per ragazzi, si tratta di un romanzo di formazione. Seguiremo l'avventura estiva della piccola, insicura e un po' piagnucolona Rina a Valle della Nebbia. Con lei scopriremo le piccole meraviglie della Strada Matta e dei suoi bizzarri abitanti. Come la Stanza delle Necessità potteriana, Rina capirà presto che la Valle della Nebbia è il luogo senza tempo e senza luogo di cui nessuno conosce l'esistenza ma di cui tutti avremmo bisogno. E con lei lasceremo alle spalle le nostre insicurezze, impareremo il valore dell'impegno, impareremo a contare su noi stessi prima che su gli altri. 
Compiremo il prmo passo verso la crescita, capiremo il valore di ciò che ci circonda, senza dimenticare quel tocco di fantasia che addolcisce la realtà. 

Non aggiungo altro, se amate le favole, non potrete che amare questo racconto! 😊


"...da bambina, ogni volta che leggevo un libro, in qualche modo, pensavo a come avrei potuto andare a visitare i luoghi in cui era ambientata quella storia. Finite le scuole medie, mi accorsi che il mio mondo era già popolato di per sè da tantissime persone diverse e incredibili..."


Sayonara! 😘

Poteto sarada


Konnichiwa amici del Giappone, e bentornati sul mio blog!

Oggi si ritorna in cucina con una ricettina giapponese molto semplice ma al contempo molto molto gustosa: la poteto sarada, ovvero l'insalata di patate!
E' una delle pietanze tipiche della cucina casalinga giapponese, di una cucina che ha come ingrediente principale la semplicità e la genuinità. Si tratta di pietanze di facile preparazione, i cui ingredienti non sono particolarmente ricercati e presentano il fascino e la serenità della quotidianeità. Insomma, le ricette che profumano di casa!

Saprete ormai che la cucina giapponese è fatta di equilibrio e armonia, e la poteto sarada non fa eccezione. Piatto ricco e colorato,  rinetra nella categoria degli okazu, ovvero i piatti di accompagnamento (o contorni, se preferite), ii giapponesi sono soliti servirla in porzioni molto piccole, e ovviamente si presta benissimo per la composizione degli o-bento.

Ora, magari a primo impatto potrà sembrarvi nulla di sensazionale, specie in relazione a piatti ben più noti della cucina nipponica, dopo tutto l'insalata di patate è molto diffusa anche qui da noi. Eppure nella sua semplicità, l'ho trovata squisita. 
Ne esistono diverse versioni, ma in realtà può benissimo essere preparata con quello che vi ritrovate in frigo. Io ho preferito rimanere sul tradizionale, sono arrivate le belle giornate e il sapore fresco dato dal cetriolo non dispiace affatto. Buona preparazione!


Nota: ricordate che la poteto sarada è comunque un piatto che va consumato utilizzando le bacchette, quindi la maionese non dovrà essere troppo abbondante, ma servirà solo a legare tra di loro i vari ingredienti. 

Ingredienti per 4 persone:
  • 4 patate medio piccole (o 2 patate grosse)
  • 2 uova sode 
  • mezza carota
  • mezzo cetriolo
  • mezza cipolla piccola (o una cipolletta)
  • 1 cucchiaio di olio
  • 2 cucchiai rasi di maionese
  • sale q.b.
Procedimento:
Mettete a lessere le patate con tutta la buccia in acqua abbondante con un pizzico di sale. Una volta pronte mettete da parte a raffreddare (volendo potreste prepararle il giorno prima). Fate bollire le uova e mettete da parte anche queste.
Mentre patate e uova raffreddano, private il cetriolo della buccia e tagliatelo a fettine molto sottili, ponetelo in un piatto e lasciate da parte. Affettate sottilmente la cipolla e tagliate la carota a cubetti piccolini. 
Passiamo alla preparazione della poteto sarada. In un'insalatiera mettete le patate private della buccia e schiacciatele grossolanamente, aggiungete il cetriolo strizzato, la cipolla e le carote, il cucchiaio d'olio e aggiustate di sale. Tagliate le uova sode a pezzettini e aggiungetele alle patate. Legate il tutto con i due cucchiai di maionese. 
Completate guarnendo, a piacere, con dei pomodorini, aonori (alga nori sbriciolata) o semi di sesamo.
Itadakimasu!


Appuntamento alla prossima!
Sayonara! 😘

Nikujaga

Durante i lunghi e freddi mesi infernali, cosa risclada più di un buon piatto caldo che profuma deliziosamente di casa? Ogni famiglia ha...