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Katsudon





Konbanwa! 😊 
E come sempre bentornati nel mio blog!
Oggi una ricetta che amo alla follia e a cui sono particolarmente affezionata in quanto la sua scoperta, pur trattandosi di un piatto della tradizione, è dovuta ad un anime trasmesso lo scorso anno proprio in questo periodo...Yuri! On ice!😍 Se il nome vi è familiare saprete sicuramente di che piatto sto parlando, il buonissimo katsudon che tanto piaceva a Yuri (lo Yuri giapponese) e che diventò il simbolo della sua rivalsa agonistica (nonchè di svariati flirt tra Yuri e Victor...ma questa è un'altra storia😋). 
Onde evitare di far diventare il post un articolo su Yuri! On ice, parliamo un po' del katsudon. Tra i donburi (da "don" scodella, una serie di ingredienti messi a bollire insieme e versati poi su del riso), il katsudon è sicuramente quello più conosciuto: una cotoletta di maiale panata (il tonkatsu) scaldata in padella con brodo dashi, salsa di soia, mirin e uova sbattute versate poi su del riso bianco. Saporito e sostanzioso è buono in modo inimmaginabile, e capisco perchè Yuri lo abbia eletto a simbolo del suo amore per il pattinaggio...e capisco anche perchè Victor paragonasse Yuri ad una sensuale cotoletta di maiale... ma sto ancora divagando.



Dunque, per quanto riguarda la realizzazione, è semplice, ma bisognerà aver precedentemente preparato tonkatsu e riso, quindi non indugiamo oltre e passiamo alla preparazione:

Ingredienti per 2 persone:
  • 2 tonkatsu 
  • 100 ml di brodo dashi (in alternativa del normale brodo di pesce)
  • 1 cucchiaio di zucchero
  • 1 cucchiaio di mirin
  • 1 cucchiaio di sake
  • 1 cucchiaio di salsa di soia
  • mezza cipolla 
  • 2 uova piccole 
  • 1 scodella di riso
  • cipolletta fresca per guarnire
Preparazione: 
Dopo aver messo da parte il nostro tonkatsu tagliato a fette e il nostro riso (potrete trovare le ricette cliccando qui qui), passiamo alla realizzazione del katsudon vero e proprio.
In un tegame versate i 100 ml di brodo dashi e unitevi lo zucchero, il mirin, il sake, la salsa di soia e
fate scaldare a fuoco medio. Quando lo zucchero sarà sciolto unite la mezza cipolla affettata finemente e continuate la cottura fino a quando la cipolla non sarà ammorbidita. A questo punto è arrivato il momento di aggiungere il tonkatsu e le uova sbattute, quindi far cuocere per circa 5 minuti (o anche meno se preferite i pezzetti di tonkatsu ancora croccanti). Spegnete il fuoco e versate sul riso, decorando alla fine con cipolletta fresca a rondelle. 
Il katsudon è pronto per essere gustato bello caldo, e posso garantirvi che, per quanto calorico, sarete felicissimi di averlo provato! 

Il katsudon realizzato da me

 
Il katsudon versione anime da Yuri! On ice

Itadakimasu! 😋
P.S. a chi non lo conoscesse consiglio di dare un occhiata anche a Yuri! On Ice, Yuri e Victor vi accoglieranno con gioia!😘
Un bacio e al prossimo appuntamento! 



O-Bon festival: Commemorazione dei defunti in Giappone


Konbanwa!😊


Da noi oggi si celebrano i defunti, e per l'occasione ho deciso di parlarvi un po' della commemorazione dei defunti in Giappone, che, diversamente da quanto succede qui, è una ricorrenza estiva. Parlaimo proprio dell'O-Bon festival, forse più conosciuto in occidente come "festa delle lanterne", uno di quei festival che più affascinano gli amanti del Giappone, e parliamoci chiaro...chi non ha sognato, almeno una volta, di indossare lo yukata (tradizionale abito giapponese, simile al kimono ma meno elaborato e realizzato con un tessuto leggero, cotone ad esempio, adatto alla stagione estiva) di prender parte a questo festival e sentirsi l'eroina di un anime? 😍
Sogni a parte, vediamo un po' quali sono le origini di questa festa e quando viene celebrata.
Si tratta di un'antica tradizione buddista, probabilmente con radici sia cinesi che autoctone, celebrata in Giappone da più di cinquecento anni; i festeggiamenti durano tre giorni, di cui il giorno più importante cade il 15 di agosto (in realtà sarebbe meglio precisare che la data cambia da regione a regione, ma quella che cade nel mese di agosto è la più conosciuta). 
Si pensa che in questi tre giorni gli spiriti degli antenati facciano ritorno agli altari domestici, e per l'occasione le strade vengono addobbate con mukaebi (fuochi di benvenuto) per aiutare gli spiriti durante il tragitto, le famiglie poi usano riunirsi pulendo gli altari e le tombe, accendenso incensi e offrendo agli antenati del cibo. 
I festeggiamenti continuano poi per le strade della città: indossando gli yukata si farà prima visita al tempio, per poi perdersi tra le bancarelle e deliziarsi con cibi tipici e frutta di stagione, e al suono dei taiko (tradizionali tamburi giapponesi) si assisterà alla danza tipica, Bon Odori.

La Bon Odori

Pare che questa danza abbia origine con la leggenda del monaco Mukaren. Mukaren, grazie ai suoi poteri sovrannaturali, riuscì a vedere la defunta madre, scoprendo così che era finita nel regno dei fantasmi affamati, causa per lei di sofferenza, Mokuren chiese dunque aiuto al Buddha per liberare la madre, e a liberazione ottenuta, grato, danzò felice.

Ma il momento sicuramente più suggestivo è senza dubbio la conclusione del festival, con la tradizionale toronagashi (flusso delle lanterne): lungo i corsi d'acqua si lasciano fluttuare delle lanterne accese in modo che gli spiriti dei defunti abbiano illuminato il tragitto di ritorno per il regno dei morti.       


Che dire, forse l'estate è davvero il momento migliore per visitare il Giappone e godere dei suoi meravigliosi festival ed entrare in contatto con la sua cultura e le sue trazioni!
Con questo vi saluto e apresto! 
Sayonara!😘😘


Nikujaga

Durante i lunghi e freddi mesi infernali, cosa risclada più di un buon piatto caldo che profuma deliziosamente di casa? Ogni famiglia ha...