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Cucina giapponese: le basi. Riso Gohan






Ohayo! 😊
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Oggi ho deciso di dare il via ad una nuova rubrica culinaria essenziale per accedere a quello che è il meraviglioso mondo della cucina nipponica, ovvero "ricette base". 
Prendendo dimestichezza con questa cucina si noterà che alcuni elementi compaiono con una certa ricorrenza in svariate ricette, è il caso ad esempio dello shiro gohan (il riso in bianco), dell'anko e così via. 
Ed è proprio dallo shiro gohan che inizieremo, il re indiscusso dei piatti giapponesi. Partiamo subito col dire che il riso in bianco ha per i giapponesi l'importanza che per noi italiani ha il pane, difatti viene servito come accompagnamento quasi a tutti i piatti, a partire dalla colazione del mattino (di come si componga una tipica japanese breakfast  ne parleremo più avanti! 😉), o all'interno del bento, per non parlare del fatto che costituisce la base per preparare gli onigiri. Mi sembra quindi parecchio importante sapere come prepararlo in modo corretto...corretto per i giapponesi si intende, quindi dimentichiamoci i risotti italiani.
Parliamo un po' della sua cottura. In Giappone esistono delle apposite macchinette per la cottura del riso, suihank, semplici da utilizzare considerando che l'unica cosa che ci viene richiesta è quella di versare al suo interno l'acqua e il riso, poi fa tutto lui. Comodo, no?


Un modello di cuociriso.
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Non abbiamo alcun cuociriso? Nessun problema, una normalissima pentola va bene lo stesso, basta che il fondo sia spesso in modo da garantire una diffusione uniforme del calore. 
Altra questione: che riso utilizzare? Il riso per sushi è l'ideale, e ormai è facile da reperire nei negozi di alimentari etnici, oppure del riso originario può essere una buona alternativa; ricordiamoci che a cottura ultimata deve risultare piuttosto compatto per facilitare la presa con le bacchette, quindi evitare tipi di riso che rimangono al dente.
Importante: la quantità di riso e di acqua devono essere equivalenti! I giapponesi non pesano il riso in grammi ma usano degli appositi misurini, noi useremo come metro di misura una tazza.
Passiamo adesso alla ricetta!😊

Ingredienti per 2 persone:
  • 2 tazze di riso per sushi
  • 2 tazze di acqua 
Preparazione:
Iniziamo con il lavaggio del riso. Versate il riso in un recipiente con acqua fredda e strofinate i chicchi in modo da far perdere l'amido in eccesso. L'operazione andrà ripetuta quattro cinque volte, dopodiché lasciate il riso a sgocciolare per circa 20 minuti. 
Passiamo ora alla cottura. In una pentola versate il riso e le due tazze di acqua (se desiderate il riso un po' più morbido potrete aggiungere un pochino d'acqua in più), coprite e fate cuocere a fuoco medio fino a quando non inizierà a bollire. A questo punto abbassate la fiamma e continuate la cottura per circa 10-15 minuti, quindi spegnete il fuoco e con una spatola staccate delicatamente il riso dalle pareti della pentola portandolo al centro. Il riso è pronto per essere usato, servito in una ciotola come accompagnamento a del pesce, della carne, o ad una buona zuppa di miso, oppure per preparare gli onigiri (la ricetta qui). A voi la scelta!😋
Itadakimasu!

Per oggi è tutto, un bacio e alla prossima!😘

Shubun no hi: Festa dell'Equinozio d'Autunno


Konbanwa! 😊 Bentornati nel mio blog!
Oggi romperemo la routine delle ricette per parlare un po' di tradizioni, quindi approfittiamo di questo giorno per vedere un po' come i giapponesi affrontano l'inizio della nuova stagione!
Ebbene si, l'estate è giunta al termine e l'autunno fa il suo ingresso, portando con se i primi freddi😌. Il mondo si tinge di rosso e arancio grazie agli alberi e le prime foglie iniziano a cadere, e in Giappone iniziano i festeggiamenti per lo Shubun no hi, la festa per l'Equinozio d'Autunno.
Fa parte dei 24 setsubun, giorni di transizione che durante l'anno segnano il passaggio da un periodo all'altro, e in passato era legato ai ringraziamenti che i contadini porgevano per l'abbondanza del raccolo, oggi considerata festa nazionale. 
Cosa fanno i giapponesi durante questa giornata di festa? Tradizione vuole che in questo giorno si vadano a visitira i defunti portando loro dei doni, e come in primavera si osservano i ciliegi in fiore, in questo periodo si ci reca ad ammirare la pioggia delle foglie d'acero, albero da loro ritenuto sacro. 
In questo giorno, oltretutto,  si festeggia anche lo Tsukimi. La parola vuol dire letteralmente "festa per guardare la luna" (da tsuki→luna e mi→guardare).

Origini
Si narra che si tratti di un'antica tradizione cinese dove si organizzavano banchetti in onore della "Signora della notte" come ringraziamento per l'abbondanza del raccolto. In Giappone venne introdotta solo durante il periodo Heian (VIII-XII sec.), riservata però solo ai ceti nobiliari che per l'occasione si riunivano osservando la luna e componendo haiku. Divenne festa popolare durante il periodo Edo (1603-1868), anche qui occasione per ringraziare le divinità per il buon raccolto.


I dango offerti alla luna💗

Usanze
Durante lo tsukimi è usanza preparare gli tsukimi dango, palline di riso, che durante la notte vengono poste incustodite fuori, così da permettere alla luna di prenderle a suo piacimento; insieme agli tsuki dango vengono inoltre lasciati in dono anche ciuffi di susuki e del sakè, ed erano poi i bambini a far "misteriosamente" sparire i dolcetti. 
Ma non è tutto! Manca ancora il coniglio lunare! 😆 Infatti allo tsukimi pare essere collegata una simpatica leggenda che vuole la luna abitata da un coniglio, e che proprio durante le sere di settembre sia visto impegnato nella preparazione dei dolcetti. E' innegabile che da oggi guarderemo la luna con occhi diversi alla ricerca del suo abitante!😍


Usagi intento a preparare il mochi😊
Con ciò auguro un buon inizio d'autunno e alla prossima!😘

Gyoza: ravioli giapponesi






Konnichiwa! 😊
Oggi preoariamoci ad un'ondata di profumo esotico in casa, perchè i gyoza, i ben noti ravioli giapponesi, fanno un profumo che metterà a dura prova la vostra fame!😋
In realtà il piatto di oggi non è proprio originario del Giappone, bensì è una gentile concessione della cucina cinese (ma d'altronde tanti sono i prestiti dalla cultura cinese...dei kanji ne vogliamo parlare?), e sono dei ravioli ripieni di carne di maiale, ma anche di pollo e frutti di mare. La principale differenza rispetto alla versione cinese? Il forte sapore di aglio, che più o meno predomina rispetto agli altri sapori. Sono famosi soprattutto nella versione brasata, yaki-gyoza, facendoli brasare dal lato piatto, poi aggiungendo acqua in modo che la parte superiore venga cotta a vapore. Oggi è possibile trovarli nei supermercati giapponesi, già pronti da gustare o surgelati, e spesso vengono serviti durante i matsuri, nonchè come antipasto soprattutto nei locali che servono ramen. Non è una ricetta diffcile, bisogna solo acquisire manualità per formare il raviolo dandogli quella caratteristica formula arricciata, oggi vi presento la versione con ripieno di carne di maiale, giusto per rimanere più fedeli possibili alla versione originale, buona preparazione!😉


Ingredienti per circa 10 ravioli:
Per la sfoglia: 
- 100 g di farina 00
- 45 ml di acqua calda
- un pizzico di sale

Per il ripieno:
- 200 g di macinato fine di maiale
- 2 foglie di cavolo verza 
- mezza cipolla tritata (in alternativa erba cipollina)
- 1 spicchio d'aglio
- 2 cucchiai di salsa di soia
- 1 cucchiaino di zenzero fresco grattuggiato
- 1 cucchiaio di sake
- olio, sale e pepe

Per la salsa:
- 3 cucchiai di salsa di soia
- 1 cucchiaio di mirin
- 1 pezzettino di zenzero fresco (facoltativo)
- un pizzico di wasabi

 
Procedimento:

Iniziamo preparando la sfoglia: in una ciotola unite la farina con il sale, versatevi sopra, poco a poco, l’acqua calda e iniziate ad impastare fino ad ottenere un composto liscio ed elastico. Mettete a riposare per almeno 30 minuti in frigo.
Adesso passiamo al ripieno: in un recipiente versate la carne e iniziate unendo le foglie di cavolo tagliate molto sottili, la cipolla o l’erba cipollina tritata, lo spicchio d’aglio grattugiato, il cucchiaino di zenzero sempre grattugiato, la salsa di soia, il cucchiaio di sake, olio sale e pepe, mischiare per bene e mettere da parte. Riprendiamo la sfoglia dal frigo, stendiamola fino a renderla molto sottile (circa 2 mm), e ricaviamone dei dischi che saranno l’involucro dei nostri gyoza.
Prendere un disco, posizionate al centro un cucchiaio di ripieno e bagnando i bordi chiudete il disco formando una mezzaluna dai bordi arricciati. Continuate finché l’impasto di carne non sarà finito.
Ponete a riscaldare in una padella l’olio e posizionate tutti i gyoza dal lato piatto per farli rosolare per bene, dopodiché versate due bicchieri d’acqua, coprite la padella e procedere con la cottura per circa 15  minuti: la sfoglia dovrà diventare quasi trasparente e si dovrà formare la tipica crosticina che caratterizza i gyoza.
Importante: durante la cottura i gyoza non vanno mai girati, bisogna però far attenzione che non si brucino, quindi di tanto in tanto controllate la cottura, e se vi sembra che i vostri ravioli siano ancora un po’ crudi nonostante l’acqua completamente asciutta aggiungetene dell’altra, ma senza esagerare.
Una volta pronti i gyoza è il momento di preparare la salsa d’accompagnamento: in un pentolino mettete a scaldare la salsa di soia con il mirin, lo zenzero e il pizzico di wasabi, portate quasi ad ebollizione e spegnete il fuoco. La vostra salsa è pronta e i gyoza sono pronti da gustare!

Itadakimasu!



Spero la ricetta vi sia piaciuta, un bacio e alla prossima!😘
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Nikujaga

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