Durante i lunghi e freddi mesi infernali, cosa risclada più di un buon piatto caldo che profuma deliziosamente di casa? Ogni famiglia ha le proprie tradizioni culinarie, e così è anche in Giappone.
Il piatto che prepareremo oggi è il nikujaga, tradotto letteralmente "carne-patate", ed è uno dei piatti casalinghi che i giapponesi sono soliti consumare nel periodo infernale accompagnato dall'immancabile shiro gohan e dalla zuppa di miso.
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Il nikujaga versione anime |
Il nikujaga altro non è che uno stufato di carne e patate cotto in una salsa dolce a base di shoyu (salsa di soia) e zucchero, molto simile al nostro spezzatino. Trattandosi di una ricetta casalinga, molte sono le varianti, oggi però ne realizzeremo una molto comune composta da fettine di manzo, patate e cipolla, a cui io ho aggiunto delle carote e dei funghi shiitake.
Nota: Agli ingredienti andrebbero aggiunti anche fagiolini o taccole, ma purtroppo non sono riuscita a trovarli quindi li ho omessi, ma nel caso in cui a voi vada meglio vi consiglio di farli sbollentare per qualche minuto e poi aggiungerli allo stufato quasi a fine cottura.
Ingredienti per due persone:
- 6 fettine di carne di manzo piuttosto sottili (circa 3 mm)
- 2 patate medio piccole
- 1 cipolla media
- 1 carota
- 3 cucchiai di shoyu
- 1 cucchiaio di mirin
- 1 cucchiaio di zucchero di canna
- 2 cucchiai di sake
- 4-5 funghi shiitake
- 2 cucchiai di olio di sesamo
- 600 ml di brodo dashi (oppure anche anche bollente. Io ho preferito utilizzare un brodo di shiitake, porro e alga kombu)
- cipolletta fresca per guarnire
Procedimento:
Se usate il brodo, iniziate reparando quest'ultimo e tenetelo da parte in modo che rimanga caldo.
Passiamo adesso alla preparazione dello stufato.
Per prima cosa mondate e tagliate le verdure: le cipolle a fette non troppo sottili, le carote a rondelle, i funghi in due parti.
Per le patate vi consiglio di utilizzare un metodo di taglio giapponese chiamato mentori.
Tagliate le patate a tocchetti e poi con un coltello smussatene gli algoli vivi (come nella foto sopra). Questa è una tecnica che si usa quando si ha la necessità di cuocere le verdure per lungo tempo (come appunto negli stufati), in modo che durante la cottura non si sfaldino e rimangano integre.
Tagliate le patate a tocchetti e poi con un coltello smussatene gli algoli vivi (come nella foto sopra). Questa è una tecnica che si usa quando si ha la necessità di cuocere le verdure per lungo tempo (come appunto negli stufati), in modo che durante la cottura non si sfaldino e rimangano integre.
In un tegame dai bordi alti scaldate l'olio di semi e fatevi rosolare la cipolla e la carne. Quando quest'ultima risulterà ben rosolata, fate sfumare con il sake e il mirin, aggiungete la salsa di soia e lo zucchero di canna, fate insaporire per qualche minuto e poi aggiungete le verdure precedentemente tagliate, mescolate, coprite e fate cuocere a fiamma medio-alta per 4-5 minuti (tenete d'occhio per evitare comunque che si brucino).
A questo punto aggiungete il brodo caldo, abbassate la fiamma, coprite il tegame e fate cuocere per circa 20 minuti, o almeno fino a che le verdure non saranno cotte. Il tutto dovrà comunque rimanere parecchio brodoso.
Servite caldo e guarnite con la parte verde della cipolletta tagliata a pezzettini. In Giappone si serve il nikujaga accompagnandolo con del riso al vapore e una ciotola di zuppa di miso (entrambe le ricette qui sul blog), una cena più giapponese di così non si può!
Itadakimasu!
Cenni storici: l'origine del nikujaga
Come molte ricette giapponesi, anche il nikujaga prende ispirazione dalla cucina occidentale. Esso risale al XIX secolo e sembra essere stato creato dai cuochi della Marina Imperiale giapponese sotto richiesta dell'ammiraglio Tōgō Heihachirō, memore dello stufato che veniva servito ai marinai della marina inglese.
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L'ammiraglio Tōgō Heihachirō (fonte Wikipedia) |